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B15. Ho scritto a una bimba d'un anno... su come viaggiare nel mondo dei libri.

Immagine del redattore: Luciano RossiLuciano Rossi

Parma, 18. 01. 2017

Carissima L***,

se mai un giorno leggerai questa lettera, sarai già una bambina grande. Io ti immagino ormai di sette anni e diventata da tempo una buona lettrice. Ti so anche cresciuta in quell’amore che oggi, a pochi mesi dalla tua nascita, chiaro si annuncia, e senza nubi, intorno a te.

È difficile per me, lo confesso, scegliere un piccolo dono per una bambina di un anno. Tu sei già circondata da mille regali, tutti utili, che ti servono subito oggi, o fra poco. E anch’io volevo pensare a qualcosa di utile per te e che non ti avesse regalato nessun altro. Inoltre volevo che questa cosa servisse alla tua mente e ti piacesse, appena tu avessi saputo leggere almeno un po’. E magari anche prima, molto prima, come poi ti dirò.

Ho pensato allora ad un libro. Sai, i libri sono un po’ i miei amici. Sono una mia piccola mania e ne ho tanti. Allora ho deciso di non andarlo a comprare, il libro per te, ma di dartene uno dei miei. Una parte di me, insomma, perché ai miei libri ci sono affezionato.

Dunque un mio libro. Ma quale?

È difficile scegliere, perché sono tanto lontani, oggi che ti scrivo, i miei sette anni e poi allora purtroppo in casa mia di libri non ce n’erano. Non ho quindi avuto quell’esperienza che mi auguro invece sia, oggi, la tua. Ma qualcuno che raccontava favole intorno al fuoco c’era anche allora, quando ero piccolo io. E a me piacevano molto le favole che udivo. Allora ho immaginato che sarebbero piaciute anche a te. E che avresti voluto conoscerle prima ancora di saper leggere; che avresti avuto voglia che qualcuno te le leggesse mentre ti addormentavi. Così, per fare una cosa buona per te e per loro, ho pensato di affidare, insieme al libro, un messaggio ai tuoi genitori e ai tuoi nonni: una lettera che accompagnasse queste fiabe del focolare destinate, nel mio auspicio, a raggiungerti alla soglia del sonno.

Come messaggio per i tuoi genitori ho scelto questo:


non obbligatela a leggere come se fosse un dovere. Pensate solo al suo piacere; raccontatele favole, leggetele favole, alla sera, seduti accanto al suo letto, mentre lei sta per dormire. Diventerete il suo libro, nel momento in cui lei vi ama di più, nel momento di quella dolcezza ineguagliata che si stabilisce fra lei e voi, ma anche fra lei e quel libro che voi impersonate. Amerà voi ed imparerà così ad amare il suo libro. Capirà che i libri custodiscono tesori di cui diventerà avida. Insegnatele ad amare i libri nell’età in cui non sa leggere. Leggetele le fiabe del focolare quando è ancora molto piccola. Vedrete! Avrà fretta di imparare a leggere. Spontaneamente, senza che nessuno la obblighi. Vedrà che quando voi avete un libro in mano escono dalla vostra voce cose meravigliose. Allora vorrà tenerlo in mano anche lei.


Tre anni di favole, carissima L°°°, hanno accompagnato la tua infanzia! Una ogni sera! Lo sai, tutte insieme fanno più di mille favole... ripetute, ripetute, ripetute. Qualcuna di queste ti piaceva di più e tu per un po’ volevi sempre quella, anche se la sapevi già a memoria. E se una sera non ti leggevano una storia, questo ti rendeva triste. Il libro ormai ti accompagnava, ti nutriva, serviva al tuo piacere. Di più; ti proteggeva. Come il tuo babbo e la tua mamma seduti vicino a tuo letto proteggevano il tuo sonno.

Vedrai che, quando sarai più grande ancora, ti piaceranno anche la grammatica e la letteratura. Ma la grammatica e la letteratura, mia cara, potranno piacerti solo perché prima ci sono state le favole. Da grande scoprirai che l’amore per la grammatica e la letteratura vengono dopo, come conseguenza. Anzi, con le favole, la letteratura, questa cosa che tu ancora non conosci, è già entrata nella tua vita, silenziosamente, attraverso i racconti che ti leggevano i tuoi genitori, quei racconti che tu bevevi come il latte tiepido e dolce che tanto ti piaceva. Ancora, dicevi, ancora! Nessuna storia ti bastava mai.

E i grandi, ogni volta che potevano, ti hanno accontentato. Per questo, solo per questo, la lettura è diventata un piacere per te. Per questo, solo per questo, hai potuto non vederla come un dovere. In questo modo hai imparato ben presto che un libro aveva dei segreti che ti avrebbero reso più sicura e più felice. Ma questo te lo ho già detto. Scusami, noi vecchi ci ripetiamo sempre.

Un’ultima cosa, mia cara. Devo dirti che i tuoi genitori sono stati molto bravi. E anche i nonni, sì, anche i nonni. Hanno fatto sì che il libro restasse per te un piacere, anzi, uno dei più grandi e fidati piaceri della vita. Non hanno avuto fretta di correre avanti. Ti hanno lasciata a lungo nel piacere delle favole. Tutte le sere aspettavano che si facesse notte e si sedevano accanto al tuo letto, vicino a te, e riprendevano la lettura. A voce alta. E tu? Ancora!, ancora!, dicevi. Volevi le tue storie preferite. E sul tuo viso appariva quello stupore sognante che sempre fan sorgere nei bimbi, ma anche nei grandi, gli elfi e le fate.

Ma già vedo che tu ti addormenti. Questa lunga lettera noiosa deve averti stancata un po’.

Buona notte allora, luce degli occhi miei. E che le fate siano con te.


Il tuo nonno

 
 
 
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