top of page

B21. Viaggio all'inferno per la donna amata

Immagine del redattore: Luciano RossiLuciano Rossi

Orfeo commuove col suo canto i tiranni infernali, tanto che accettano di restituirgli Euridice, la moglie morta. Proserpina aveva posto però una condizione: che Orfeo, prima ancora di vederla, s'incamminasse e mai si volgesse a guardarla fino al regno dei vivi.

Si volge all'uscita e s'incammina dunque Orfeo per ritornar nel mondo. Euridice e il dio lo seguono nell'infero sentiero.

La Diafana cammina trasognata.

Lui la precede,

solo il dio la segue.

Tacciono le belve,

sospeso intanto

e rattenuto il fiato.

Lui le cammina,

lo sguardo fisso,

innanzi.

Lo starà seguendo?

Lei

così leggera?

Lei così persa?

Il dubbio l’attanaglia...

Improvviso il dio la ferma: si è voltato, le dice.

Lei non comprende e a bassa voce: chi?

E a passo lento

come trasognata

si volge indietro donde era venuta.

Dobbiamo a Virgilio le fonte prestigiosa della leggenda. Racconta il Poeta che Euridice, essendo stata restituita a Orfeo, andava verso l’aria aperta seguendo Orfeo da dietro. Ma un'improvvisa follia prese l’incauto amante, che ahimè!, vinto nell’animo, si volse e guardò la sua Euridice.

Lì ogni fatica fu dispersa e furono rotti i patti del tiranno

spietato, e tre volte un fragore fu sentito negli stagni averni.

Quella disse: “Chi mandò in rovina me misera e te, o Orfeo?

quale grande follia? Ecco di nuovo i crudeli fati mi chiamano

indietro e un sonno seppellisce gli occhi che vacillano. Ora addio:

vengo trascinata dopo essere stata circondata da una notte profonda

e mentre, non più tua, tendo a te le mani prive di forze!"

Parlò e improvvisamente fuggì dagli occhi,

come il tenue fumo mescolato all’aria, e Orfeo non vide

che cercava invano di afferrar le ombre.

 
 
 
bottom of page