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B30. Due strade si aprivano nel bosco...

Immagine del redattore: Luciano RossiLuciano Rossi

... io presi quella meno frequentata. Sapevo che avrei incontrato persone che avevano fatto la mia stessa scelta, che avrebbero parlato dolcemente e a bassa voce. Alla prova dei fatti il loro numero non fu elevato, ma fu comunque più grande di quanti avrei potuto abitualmente frequentare. Mi venne spontaneo chiamare queste persone con il termine "popolo della radura". Come mai questo nome? Li pensavo così, perché immaginavo il bosco come una grande area circolare in cui venivano tracciati dai viandanti dei sentieri radiali che arrivavano al centro del bosco, dove io "vedevo" una radura, uno spiazzo dove i viaggiatori si sarebbero incontrati e conosciuti, per avere conferma di non essere soli in questa scelta.

E mi venne voglia di sperimentare idealmente questa esperienza. Fondai allora l'ISMEF che stava per “Incontri sui Sentieri MEno Frequentati” e chiamai a raccolta quelli che già sapevo essere viandanti. Parlavo loro dell'incontro silenzioso. Dicevo pressappoco così:

"Questi incontri accadono solo a coloro che hanno scelto di percorrere nella loro vita un sentiero poco frequentato, alla fine del quale incontrano fatalmente altri viandanti, come loro solitari, che si sono dati, quasi inconsapevolmente, convegno nella radura al centro del bosco. Nel centro della radura immaginaria è acceso un fuoco simbolico attorno al quale ci si può sedere e vivere l'esperienza dell'incontro. Quando questi cercatori siedono in cerchio attorno al fuoco - dicevo loro - conoscono già le stesse regole iniziatiche che li hanno fatti giungere sin lì, regole che hanno scoperto lungo il cammino, ognuno per conto proprio, e adottato, volontariamente e liberamente, durante la loro esperienza solitaria. Regole meditative concernenti il silenzio, la giusta concentrazione, l’immobilità, il raccoglimento, l’attesa, l’ascolto, il giusto sforzo, la consapevolezza, la presenza, l’attenzione. Regole che facevano di loro, in quanto comunità, un gruppo di meditazione. Ognuno, sul sentiero solitario, aveva intuito la serenità che nasce dall'abbandonare lungo il cammino attaccamenti e avversioni, per giungere alla radura dotato ormai della capacità di vivere con gli altri in tolleranza, “attorno al fuoco” dei bivacchi e delle favole. Tutti i partecipanti erano già convinti che vi era una luce sapienziale in ognuno di loro e che esisteva una tecnica per raggiungerla e liberarla".

 
 
 
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