top of page

A1. Come è fatta la buona poesia?





Per fare poesia non ci sono regole vincolanti. Ma per fare buona poesia due cose almeno occorrono: talento e struttura. Solo la seconda si può acquisire con lunga frequentazione di "bottega". Ma cosa consigliare ad un allievo "a bottega"?

​​

Proviamo a cominciare così: intanto la poesia ha almeno tre caratteristiche:

- non va a capo quando finisce la riga, ma prima o dopo.

- Spesso usa figure retoriche, anche se non sempre.

- Non è denotativa, ma connotativa.

Controlla il tuo testo: c’è qualche figura retorica? Ci sono termini connotativi? Ci sono gravide parole?

Usa figure retoriche perché in un testo poetico tali figure “accendono la corrente”.

Non è denotativa, ossia non si riduce mai al solo contenuto informativo, ma ha funzione estetica e connotativa.

È presente l’analogia, il correlato oggettivo. Il discorso è fatto per immagini, per correlati (concreti) dei concetti (astratti). Vedi Eliot e Montale. L’emozione è condensata in immagini. “Come l’oggetto che uso a paragone, a te così noto, così familiare, così evidente e facile, così tuo, così totalmente accessibile al tuo sguardo; come quell’oggetto è il mio interno che non puoi vedere. Dirti l’oggetto. Il solo modo di mostrarmi a te”.

Le parole sono accuratamente scelte e disposte in modo studiato e questa disposizione conferisce ritmo (ritmo è successione di sillabe atone e toniche); in questo senso si distinguono giambi, trochei, dattili, anapesti.

Il carattere distintivo della buona poesia però è forse il modo allusivo, stimolante, ambiguo, emotivo, soggettivo, scarno, non esplicativo, non subordinante ma coordinante che hanno parola e sintassi.

La parola ha una condensazione semantica ... ogni parola è unica, insostituibile; ha pregnanza semantica ed emotiva ... la parola è usata al di là del suo valore letterale, ossia è connotata ... la parola è ambigua, ma non totalmente ambigua (sarebbe rumore) ... parola imprecisa, impropria, equivoca, allusiva, polisemica ... ha vaghezza, allusioni, sfumature, suggestioni, nebbia, effetto flou... importante nella scelta della parola è il suono, il timbro. Per ottenere questo può violare la grammatica, prendendosi licenze, o ribaltare le strutture sintattiche.

La sintassi ha un’ambiguità produttiva che risveglia l’attenzione ... e sollecita uno sforzo interpretativo che può trovare strade di decodifica ... l’ambiguità si chiarisce nel contesto, ma nel chiarirsi genera ambiguità successive ... e sempre gravide di altre scelte possibili

Nella poesia anche i bianchi, la grafica, gli “a capo” hanno importanza di pausa e silenzio. La poesia ha un effetto ottico; è un design. L’enjambement (o inarcatura, ossia l’andare a capo prima del senso compiuto) incuriosisce e stimola, crea ansia d’attesa perché il periodo non è finito e ci si chiede come finirà; il lettore diventa teso senza saperlo; ha ansia da sequenza inconclusa = tensione ... l’enjambement è frattura, tensione, inquietudine, assenza di pace, armonia, equilibrio ... l’enjambement crea un’intensa fluidità e mette in forte rilievo i termini che coinvolge ... l’andare a capo sintattico alla lunga può risultare noioso (alternare sintassi e inarcatura). Se a capo ci va prima che la riga finisca, una lunghezza di 11 o 7 sillabe ha il suono che più appaga le nostre attese educate dalla tradizione.

In poesia il significante non si riduce al solo significato, ma ha valore in sé, valore aggiunto ... ha un significato di base più altri significati. C’è una forza pulsionale interna alla parola, che fa sì che essa non si esaurisca in quelli che si ritengono i suoi significati, perché questo ci direbbe che un testo poetico ha terminato il suo compito.

Una poesia non è mai terminata; è solo abbandonata. La poesia prosegue da sola. Nell’atto della scrittura il poeta sapeva di meno di quel sapevano le sue parole. Le sue parole erano più ricche di lui. La poesia è sempre superiore alla possibilità di essere compresa.

Almeno due livelli ci sono sempre: singolare e universale. Il poeta parla di sé ma ciò che dice ha valore anche per gli altri e per il proprio tempo. È l’aspetto di utilità, di testimonianza.

Il messaggio non descrive soltanto, ma induce stati d’animo. Ha effetti sonori: rotti nei versi brevi, pacati nei versi lunghi. È veloce negli accenti ravvicinati, lenta negli accenti distanziati

La poesia è passione e gioia, esperienza interna vera ... ricchezza prodotta daun’incertezza sempre rinnovata... è espressione libera e schietta di qualunque affetto vivo e ben sentito dell'uomo, espressione originale degli affetti (cioè i sentimenti, le passioni, tutto ciò che si connota emotivamente... tutto il mio cuore, tutta la mia tenerezza, tutta la mia religione (travestita), tutto il mio odio ... cogliere ed esprimere: un disagio, uno spleen, una sofferenza acuta, a tratti lancinante, che non abbandona mai, ...coglie rapporti segreti tra le cose

Nell'ossimoro nulla / inesauribile sta l’essenza stessa della poesia. Sembra non dire nulla e continua a dire, a rilasciare nuove letture. La parola non è solo significato (definitivo), come nell’800. Conserva un suo caos primordiale (preganza e intransività). Rivelare e insieme nascondere: questo intrigo di rivelazione e nascondimento è la pietra focaia del grande incendio (Bigongiari). Se la sua comprensione è immediata, e monosemia, e scritta come si parla camminando, allora non è poesia.

Il poeta deve acquisire una tecnica così perfetta che la forma diventa istinto; deve cioè interiorizzare così profondamente le forme poetiche da sentirle naturali; allora potrà esprimersi in poesia con sicurezza e dare forma all’urlo istintuale... tradurre l’urlo nella più limpida delle forme... la prima stesura è un urlo senza forma... se la forma nascesse prima, l’istinto e l’urlo si realizzerebbero più debolmente... la libertà non irromperebbe... la potenza è maggiore là dove la tecnica non domina ancora...

L’urlo che accade dev’essere anche il baricentro, l’unico tema cui ruotano attorno descrizione, riflessione, narrazione, circostanze dell’evento... il baricentro deve risaltare con forza, non devono esserci elementi che lo spengano.

La produzione di una poesia si realizza in una serie di passate successive: prima l’urlo scomposto, poi la rilettura e il confronto con la musica interiore, poi la verifica (che ci sia almeno una metafora, che vi sia il correlato oggettivo di un concetto, che ci sia uno o più versi canonici e importanti, la presenza di anafore e sotto-anafore, che vi sia retorica nestoriana, ossia la cura del primo e ultimo verso, che siano assenti preposizioni esplicative e connettivi etiologici, che non si dica troppo, che il registro sia coerente, che non ci siano luoghi comuni, che ci sia una sola storia), eventuale eliminazione dei verbi, confronto con la tradizione, scoperta di un possibile verso canonico spontaneo e sua individuazione, sistemazione degli aggettivi (uso dei lessemi amati) e loro posizione, l'assenza di subordinate e la loro sostituzione con coordinate, eliminazione delle ridondanze che tolgono visibilità al tema centrale, tagli impietosi delle lungaggini inessenziali, presenza di un finale che stupisce (magari perché non c’entra niente).

Altre verifiche, test. È pronunciabile ad alta voce? Un mese dopo fa lo stesso effetto? Vi sono allitterazioni, assonanze, rime interne?

Poesia è trasformazione ricreatrice e vivificatrice della realtà e dell’esistenza ad opera della parola. Poesia è il mondo, l’umanità, la propria vita, fatti fiorire dalla parola. L’esistenza è silenzio. La parola è infrazione (che parte dal profondo) di questo silenzio. Questa risalita sorprende anche il poeta, che prova limpida meraviglia per quel fermento fuoruscito che egli vede e ascolta.

Per una visione vitalistico-libertaria la poesia è espressione liberatoria delle passioni;voce che esce per irruzione dell’inconscio (sogno, processo primario), impulso incontenibile, slancio vitale creativo, che pare non sopportare critiche o verifiche o ispezioni. Magari a posteriori si vede che questa spontaneità, sincerità, libertà del processo primario ha una involontaria sapienza tecnica, o che possiamo trovarvi dei modi che sembrano tecniche. E forse un controllo implicito, automatico della responsabilità etica.

Ha ricordi lampeggianti, intermittenti, ricordi di chi non ricorda.

La poesia è racconto, con la sua struttura narrativa di suspense e sorpresa, con una grafica vivace che simula inarcature d’attesa, con metafore e analogie che accrescano pregnanza e intransività, ritmo musicale.

 

9 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page